lunedì 12 maggio 2014

Se capitate a Canberra, andrete sicuramente nella zona del Parlamento, di fronte all'edifico del Vecchio Parlamento,


nel prato antistante potete trovare l'Aboriginal Embassy


Il 26 gennaio1972, un gruppo di attivisti aborigeni creò appunto sul terreno antistante la vecchia sede del Parlamento australiano a Canberra l'Aboriginal Tent Embassy, sito divenuto il simbolo delle lotte per il riconoscimento dei diritti civili.
Gli Aborigeni sono stati derubati delle loro terre sin dai primi anni della colonizzazione britannica iniziata nel 1788. Il principio giuridico che regolava la questione indigena nella legislazione inglese e, pertanto, anche in quella australiana, era quello della "terra nullius": un principio che definiva la terra australiana prima dell’arrivo dei Britannici come una terra vuota, una terra di nessuno che, pertanto, poteva essere legittimamente occupata dai coloni.
Il principio è rimasto legalmente in vigore fino al 1992 e, oggi, gli Aborigeni stanno ancora aspettando la restituzione della maggior parte delle loro terre.
La popolazione aborigena è stata decimata dalla colonizzazione britannica, iniziata, come dicevo, nel 1788. Una combinazione di malattie, perdita della terra (e quindi fonte di cibo) e omicidi ha ridotto la popolazione aborigena di circa il 90% tra il XIX secolo ed il XX secolo. Molte volte si è ricorso all'avvelenamento di cibo e acqua.
La varicella, il vaiolo, l'influenza, le malattie veneree ed il morbillo si diffusero ampiamente tra il XVIII ed il XIX secolo. Nell'arido centro del continente, dove vissero piccole comunità distribuite su un'area molto vasta, il declino della popolazione fu meno marcato e le comunità aborigene poterono continuare a vivere in qualche modo secondo le loro abitudini fino alla fine del XIX secolo ed, in alcuni casi, anche fino al secolo successivo.
Nel corso del ventesimo secolo, allo sterminio diretto si è sostituita una politica brutale, volta a togliere i bambini aborigeni ai loro genitori, per affidarli alle famiglie dei bianchi o ai collegi dei missionari, con l’obiettivo di sradicare ogni traccia della loro cultura e della loro lingua.
La "generazione rubata", così come gli Aborigeni stessi la definiscono, rimane una ferita aperta nel cuore di tutto il popolo aborigeno.
La costituzione australiana non riconosceva agli aborigeni il diritto di voto. Nel 1967 è stato indetto un referendum per permettere ai nativi australiani di votare e consentire al governo federale di emanare leggi per i nativi australiani. Il referendum ha avuto successo, un'ampia maggioranza ha votato a favore degli emendamenti costituzionali proposti.

Il 13 febbraio 2008 il neo-primo ministro Kevin Rudd ha mantenuto una sua promessa elettorale presentando le scuse ufficiali alle popolazioni Aborigene per la "Stolen Generation" (la generazione rubata) che riporto integralmente, per il grande valore politico e simbolico: «Chiediamo scusa per le leggi e le politiche di successivi parlamenti e governi, che hanno inflitto profondo dolore, sofferenze e perdite a questi nostri fratelli australiani. Chiediamo scusa in modo speciale per la sottrazione di bambini aborigeni dalle loro famiglie, dalle loro comunità e le loro terre. Per il dolore, le sofferenze e le ferite di queste generazioni rubate, per i loro discendenti e per le famiglie lasciate indietro, chiediamo scusa. Alle madri e ai padri, fratelli e sorelle, per la distruzione di famiglie e di comunità chiediamo scusa. E per le sofferenze e le umiliazioni così inflitte su un popolo orgoglioso e una cultura orgogliosa chiediamo scusa. Noi parlamento d'Australia rispettosamente chiediamo che queste scuse siano ricevute nello spirito in cui sono offerte come contributo alla guarigione della nazione. Per il futuro ci sentiamo incoraggiati nel decidere che ora può essere scritta questa nuova pagina nella storia del nostro grande continente. Noi oggi compiamo il primo passo nel riconoscere il passato e nel rivendicare un futuro che abbracci tutti gli australiani. Un futuro in cui questo parlamento decide che le ingiustizie del passato non debbano accadere mai, mai più. Un futuro in cui si uniscano la determinazione di tutti gli australiani, indigeni e non indigeni, a chiudere il divario fra di noi in aspettativa di vita, educazione e opportunità economiche. Un futuro in cui abbracciamo la possibilità di nuove soluzioni per problemi duraturi, dove i vecchi approcci hanno fallito. Un futuro basato su mutuo rispetto, comune determinazione e responsabilità. Un futuro in cui tutti gli australiani, di qualsiasi origine, siano partner veramente alla pari, con pari opportunità e con un pari ruolo nel dare forma al prossimo capitolo nella storia di questo grande paese, l'Australia».
 
La bandiera aborigena è formata da due fasce orizzontali e un cerchio giallo al centro. La fascia alta è nera e rappresenta il colore scuro della pelle degli aborigeni, la fascia bassa è rossa e rappresenta il terreno, mentre il disco giallo rappresenta il sole.
 
 








 

Questo è un fuoco acceso come negli accampamenti aborigeni, e con la scritta SOVEREIGNTY, per rivendicare la sovranità sui loro territori.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
A Canberra si vedono pochi aborigeni, facilmente identificabili dal loro aspetto fisico, e sono spesso in condizioni fisiche e sociali molto precarie. E’ possibile vederne alcuni integrati nella cultura prevalente, che occupano posti di tipo impiegatizio e con condizioni sociali ed economiche migliori.
 
Questa è la triste storia degli Aborigeni Australiani e mi dispiace raccontarla  (anche gli Australiani ne parlano malvolentieri).


1 commento:

  1. Molto interessante e riflessioni amare su come il nostro "progresso" si sia sviluppato a carico di tanti deboli .

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